La psicologia sperimentale applicata
Nell'immaginario collettivo, lo scienziato lavora in università e progetta disegni di ricerca con la finalità di pubblicare su riviste accademiche. Di solito, quindi, si pensa che lo scienziato si occupi solamente di indagare la realtà, senza svolgere direttamente un’attività lavorativa legata alle sue scoperte, o senza applicare il metodo scientifico al contesto reale. Effettivamente questa è una delle modalità di lavoro adottate dai ricercatori: l'utilizzo del metodo scientifico unicamente nel contesto laboratoriale. Moltissimi psicologi si occupano di ricerca accademica con ottimi risultati. Molte persone già ignorano questo aspetto, non comprendendo il valore scientifico della psicologia. Risulta quindi ancora più strano che esistono psicologi sperimentali che si occupano di applicare metodi scientifici al contesto clinico e aziendale. Eppure è così, ed è corretto che se ne parli.
L'applicazione del metodo sperimentale nel contesto reale
Il metodo scientifico può essere utilizzato dagli psicologi per risolvere problematiche concrete attraverso l'utilizzo di metodologie sperimentali1,2. Questo approccio consente di esercitare un maggior livello di controllo sui processi d'interesse, e di applicare la conoscenza psicologica in modo trasversale, attraverso l'utilizzo di un metodo efficace poiché basato sulla customizzazione sistematica dei processi di misurazione e di intervento3,4.
Alcuni ambiti a cui la psicologia sperimentale può essere applicata nel contesto aziendale sono il Marketing5, l'Advertising6, l'ottimizzazione della produttività7,8,9, lo sviluppo di software10,11, etc. Nel contesto clinico e della salute, l'utilizzo da parte dei clinici di metodologie sperimentali o quasi-sperimentali nel contesto reale rappresenta a tutt'oggi una rarità, nonostante le radici di tale approccio siano state poste già nei primi decenni dello scorso secolo, soprattutto grazie agli sviluppi dell'Analisi del Comportamento.
Un esempio pratico del modo di lavorare di uno psicologo sperimentale applicato è il seguente: invece di presupporre quale possa essere la causa di un determinato problema, programma uno studio di ricerca applicata. Facciamo subito un esempio concreto. Supponiamo che un'azienda che vende energia alle attività produttive non presenti la crescita desiderata. I manager potrebbero lamentarsi del fatto che gli agenti di commercio, per quanto ampiamente formati, non mettano in atto le strategie di vendita corrette. Lo psicologo, in primo luogo, andrà a fare interviste e focus group, somministrerà questionari e ad analizzerà i dati fin da subito disponibili, per andare ad avere un'idea più chiara della situazione. Alcuni professionisti si fermano a questo livello di indagine, programmando un intervento in linea con i risultati della ricerca sperimentale, andando poi ad effettuare nuovamente delle rilevazioni per testare se sia cambiato qualcosa. Questa modalità di lavoro è sicuramente comoda, poiché veloce e semplice da attuare, ma, di contro, consente un minor grado di controllo sul processo che si sta strutturando. Un intervento più propriamente sperimentale punta invece ad effettuare dei campionamenti di comportamenti osservabili nel contesto reale, giorno dopo giorno, coinvolgendo i suoi stessi clienti, per poter raccogliere dei dati di baseline12. A quel punto, sulla base dell'analisi dei dati nel suo insieme, potrà andare a scegliere il trattamento elettivo, customizzato sul cliente sulla base dei dati raccolti, ed andrà a monitorare il processo continuando con il campionamento, con lo scopo di tenere sotto controllo il processo nella sua interezza. Nel fare questo, dovrà esercitare un sufficiente grado di controllo sulle variabili cruciali che sta indagando, e continuare a consultare letteratura scientifica come guida attraverso tutte le fasi del processo.
Un altro quesito potrebbe riguardare una società di moda che nonostante diverse centinaia di migliaia di euro investiti in pubblicità non sortisce gli effetti desiderati.
Perché ne abbiamo bisogno
L'insieme di queste pratiche, che a primo impatto potrebbe risultare lungo e dispendioso, costituisce in realtà un enorme vantaggio per i clienti. Infatti, esso presenta due benefici rilevanti rispetto ad un approccio tradizionale: da un lato, la customizzazione del processo consente di adattare l'intera implementazione e messa in atto dello stesso secondo quanto meglio si adatta alle esigenze del cliente; in secondo luogo, proprio grazie al monitoraggio continuo, è facile individuare in real-time eventuali problematiche e quindi correggerle tempestivamente, consentendo così l'esercizio di un ampio grado di controllo sul processo. Un esempio evidente è dato dalle pratiche di Performance Management applicate al contesto aziendale, come già accennato pocanzi.
Se da un lato questo approccio potrebbe sembrare utile unicamente nel contesto aziendale, la letteratura ci dimostra che l'implementazione di tale approccio nel contesto clinico gode di buona applicabilità ed effectiveness. Un buon esempio è il lavoro di Orme13, in cui si parla della Statistical Quality Control applicata alla psicologia clinica, oppure il paper di Fokkema14, dove si può osservare come sia possibile customizzare interventi nel contesto clinico basandosi su considerazioni di tipo statistico.